I Miss U, Dad.

Alice and Hook II [ Foresta Incantata || 2 anni dopo esser scappata dalla Torre ]

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    Sono passati otto anni... otto anni da quando Mother Gothel ti ha cacciato. Da quando Mother Gothel ti ha allontanato da me.
    Non ce la faccio. Non riesco a non pensare che se non fosse stato per il mio bisogno sfacciato di averti accanto, il tuo cuore sarebbe ancora intatto. Ancora puro.
    Ed invece ecco che raccontandoti i miei desideri ti ho spinto a lottare, a cercare un modo per liberarmi dalla prigionia della Torre... così che io potessi tornare a sorridere, camminare al tuo fianco, correndo tra la Foresta Incantata, immergendomi nell'acqua del mare che tu adori tanto.
    Sono stata egoista. Sono stata una stupida... e lo sono anche adesso, perché sto per mollare, perché nonostante io continui a cercare modi per liberarti dal sortilegio del "Cuore Avvelenato", ogni cosa sembra andare contro di me.
    Ci ho provato. Lo giuro... ci ho provato così tanto, ma ogni passo che impiego per avvicinarmi alla soluzione sembra volermi allontanare da essa.
    E sono stanca, stanca di non poterti abbracciare, stanca di non poter festeggiare insieme a te una misera giornata di compleanno. Stanca di non poter camminare al tuo fianco... le mani strette in una morsa che sembra avvicinarle sempre di più. Sono stanca di non poterti confortare, di non poter parlare con te... perché se solo io lo facessi, il bisogno che ho di te mi spingerà tra le tue braccia... e non posso farlo. Non posso toccarti altrimenti ti farei del male... altrimenti non farei altro che far gongolare quel mostro... quella strega che ci ha ucciso.

    Dio mi sembra così inutile continuare a scriverti. Così maledettamente superfluo... eppure non posso farne a meno. Scrivere mi fa immaginare che tu possa leggere, che tu possa comprendere come mi sento ma soprattutto, che tu possa capire i miei pensieri.
    Ma poi ricordo che non posso consegnarti alcunché, perché altrimenti ti farei soffrire, perché altrimenti ti malediresti per il solo riconoscere quanto io stia soffrendo. Ed allora? Allora stiamo punto a capo.
    Forse dovrei smetterla, forse dovrei abbandonare questa mia fissazione, questa voglia di imprimere i pensieri su uno stupido foglio di pergamena.
    Forse - però - dovrò correre un'altra volta da te... per cancellare l'assurdo pensiero di mollare: soltanto guardandoti riuscirò a stringere - un'altra volta - i denti. Perché lo so, lo so, papà: riusciremo a spezzare questa maledizione.


    E guardarlo ancora un'altra volta era quel che stava facendo in quell'esatto momento, mentre il Sole lasciava il posto alla Luna e la calda brezza d'estate scendeva sul volto dei passanti. Era riuscita a trovare il posto in cui suo padre ed Henry s'erano accampati... per farlo s'era affidata all'aiuto di una stella. Aveva desiderato una guida... una dolce amica che l'aiutasse a trovare la via... esattamente come quella dei Re Magi.
    Alice aveva pensato intensamente a suo padre e nel mentre, quel punto d'energia nel cielo, aveva iniziato a seguire un percorso a lei estraneo, probabilmente pericoloso e pieno di insidie.
    Ma a lei non importava, lei voleva rivederlo. Lei voleva osservare il suo sorriso ancora un'altra volta.
    E così stava succedendo: nascosta dietro un albero, Alice guardava suo padre giocare a scacchi, a volte interrompendo la partita guardando la Luna, perdendosi nella sua visione.
    - Mi manchi, papà. Mi manchi come l'aria. sussurrò col capo abbassato, entrambe le mani che s'appoggiarono sul tronco dell'albero, sorreggendosi ad esso. Chiuse forte gli occhi e poi sospirò, cadendo in un'improvviso attacco.

    ***

    Mia Regina! Mia Regina! Ho trovato un'intrusa. con la bionda stretta tra le braccia, il soldato della Regina Tiana entrò nell'accampamento, gli occhi che si spostavano dalla donna, Henry ed Hook lì accanto. Stava origliando. Si trovava dietro un angolo. L'ho stesa. continuò il trentenne, sogghignando soddisfatto. Cosa ne faccio di lei?
    Già... Alice avrebbe dovuto ricordarsene: dopotutto non era la prima volta che qualcuno fraintendeva le sue azioni. Era successo con Robin... ed adesso succedeva una seconda volta. Beh, almeno suo padre era lì, avrebbe potuto proteggerla.

    Ovviamente Henry, Hook e Jacinda [a cui non ho accennato ma c'è v.v] viaggiano insieme a Tiana :3 Perciò sì, quando l'uomo senza nome [ xD ] porta Alice dalla Regina, il tuo caro Hook è presente :3 E vede tutto (;

    ALICE JONES
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    « Credo che questo sia un ottimo piano » Dissi mentre ascoltai la regina Tiana parlare della sua idea per dare la caccia a Lady Tremaine e sua figlia Genoveffa quando ad un certo punto sentii una delle guardie esclamare Mia Regina! Mia Regina! Ho trovato un'intrusa.
    E istintivamente tirai fuori la mia spada e mi misi sulla difensiva. Vidi una ragazzina con dei lunghi capelli biondi di media corporatura e gli occhi azzurri Poteva essere chiunque, una spia della Tremaine o addirittura la figlia camuffata con chissà quale incantesimo.
    Stava origliando. Si trovava dietro un angolo. L'ho stesa. Cosa ne faccio di lei? Chiese la guardia.
    Un momento... quello sguardo.. quegli occhi.. non poteva essere vero... che fosse proprio lei?
    « ...Alice? » Domandai incredulo, il mio cuore si riempì di gioia, una sensazione che non provavo da tanto, troppo tempo.
    « Liberala subito! È mia figlia! » Ordinai alla guardia mentre riposi la mia spada nel fodero. Ero sicuro che fosse lei, appena incrociai il suo sguardo rividi quello della mia dolce bambina e quel calore che sentivo nel mio petto si ripresentò, ma quella sensazione mi fece ricordare della maledizione lanciata da Gothel a causa del mio stupido orgoglio e apparve un groppo alla gola che mi colpì come un fulmine che tocca terra e per un momento abbassai lo sguardo, non riuscendo a sorreggere il suo.
    Dopotutto era colpa mia se eravamo in quella situazione, ora che l'avevo ritrovata non potevo avvicinarmi troppo e non potevo riabbracciarla... faceva male, davvero male... ma ero felice di vedere che stava bene.
    Ma com'era scappata dalla torre?
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    Edited by weakness» - 17/4/2018, 22:45
     
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    Accadde tutto così velocemente che Alice non riuscì neanche a parlare: l'uomo l'aveva vista da lontano e con astuzia era corso tra la boscaglia, cogliendola di sorpresa alle spalle. Senza aspettare neanche un secondo s'era lanciato su di lei, una mano a tapparle la bocca e l'altra sul fianco, mentre la strattonava in avanti.
    Visto la resistenza era stato persino costretto a prenderla di peso.
    Alice non poteva far altro che divincolarsi: nonostante avesse la bocca perfettamente libera nulla usciva da quest'ultima, era come se le parole le fossero morte in gola.
    Un attimo prima guardava con soddisfazione suo padre, la sua figura imponente al fianco della Regina Tiana e poi ... poi ecco che l'oscurità tornava a riprenderla, questa volta per portarla da lui.
    Sempre più vicina, sempre più vicina. la voce della madre entrò nella sua testa, violenta e malvagia. - NO! Lasciatemi andare! un urlo uscì dalle sue labbra proprio nel momento esatto in cui comprese cosa diavolo stesse succedendo: non poteva avvicinarsi, non poteva stare al suo fianco... l'avrebbe fatto soffrire, gli avrebbe fatto del male. Cosa vuoi che sia... è solo un semplice abbraccio! e Gothel infilò ancora un'altra volta il pugnale nel suo corpo, rigirandolo e spingendolo in profondità.
    Alice scosse più volte il capo, cercando di allontanare il pensiero e chiuderle ogni minimo passaggio sua madre stesse sfruttando per controllare la sua mente. Non puoi escludermi, piccola... io sarò sempre al tuo fianco. Ricordalo: se ancora non sono venuta da te è perché sei innocua e non mi servi. una rista abbandonò momentaneamente la ragazza, la voce nella propria testa era sparita ed il percorso che l'allontanava da suo padre s'era affievolito sempre di più.
    - Non portatemi da lui... sussurrò un'altra volta, il capo che s'abbassava e le lacrime che incominciavano a scendere a fiotti.

    ***

    ...Alice? Liberala subito! E' mia figlia! Alice incominciò a tremare e non appena l'uomo la lasciò andare, portò una mano sul viso e col capo ancora abbassato cercò di lavarsi via le lacrime che lo solcavano con prepotenza. Fece di tutto per nascondere l'azione, cercando di mascherarla, ma fu inutile. Hook la vide, chiunque la vide, portando la ragazza a maledirsi in ogni secondo che passava.
    Non lo sapevo, io... io non lo sapevo, guardava da lontano, sembrava volesse spiarci. l'uomo osservò il pirata con preoccupazione, spaventato da quel che avrebbe potuto fargli.
    Non lo sapeva... Beh, come poteva saperlo lui? Quell'estraneo che prima si faceva il gradasso e che adesso nascondeva la testa sotto la sabbia?
    Frederik, con me! Ragazzi... lasciamoli soli. la Regina permise che un piccolo sospiro uscisse dalla sua bocca, mentre s'allontanava lanciò un piccolo sorriso ai due, fermandosi per qualche secondo sul viso della biondina. - E' stato un piacere conoscerti, Alice. affermò con dolcezza, lasciando i due da soli.
    La ragazza annuì leggermente, avrebbe voluto risponderle, ringraziarla... ma sembrava avesse mandato al diavolo ogni educazione o priorità. Davanti a lei c'era soltanto suo padre... e soltanto lui - i suoi occhi - riuscivano a visualizzare.
    - Sapevo che non dovevo cercarti. Non volevo esser qui non... sospirò profondamente e scosse violentemente il capo. - ...mi sarebbe bastato guardarti da lontano. Avevo bisogno di sapere che tu stessi bene. confessò.
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    Non lo sapevo, io... io non lo sapevo, guardava da lontano, sembrava volesse spiarci. Mormorò mortificato il soldato.
    « Sei perdonato. Ma prova a metterle le mani addosso un'altra volta e ti infilo il mio uncino in posti che nemmeno t'immagini » Lo minacciai con fare severo, guardandolo con sguardo truce.
    Successivamente la regina richiamò i soldati e gli altri ragazzi per far in modo che io e Alice restassimo da soli, feci un leggero inchino per ringraziarla.
    Quando fummo solo noi due tornai a guardare mia figlia e le feci un dolce sorriso. Sentii già gli occhi lucidi ma cercai di trattenere le lacrime, anche se di fronte a lei potevo essere me stesso e non dimostrarle proprio nulla, solo quanto le volessi bene.
    Sapevo che non dovevo cercarti. Non volevo esser qui non... cominciò a dire, sospirando e scuotendo la testa.
    La guardai confuso, perché non avrebbe dovuto cercarmi? Poi mi ricordai di quella maledizione e istintivamente appoggiai la mano sul petto, all'altezza del cuore.
    ...mi sarebbe bastato guardarti da lontano. Avevo bisogno di sapere che tu stessi bene. Concluse quasi con un sussurro.
    La guardai a lungo; avrei tanto voluto stringerla tra le mie braccia, ma questo purtroppo non era possibile.
    Per quello che avevo fatto probabilmente non meritavo nemmeno di rivederla.
    « Io.. io sto bene, pesciolina » Cominciai a dire, sorridendole « e.. tu stai bene? Come.. come sei scappata da quella torre? » le domandai, incredulo.
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    Sei perdonato. Ma prova a metterle le mani addosso un'altra volta e ti infilo il mio uncino in posti che nemmeno t'immagini. Alice non poté fare a meno di ascoltare le sue parole. Ancora tramortita dall'irrispettoso comportamento del soldato, la ragazza accennò una piccola risatina sconnessa... obbiettivo che non riuscì a raggiungere affatto: si sentiva così debole che quello che ne uscì fuori non fu nient'altro che una brevissima smorfia.
    Sospirò a fondo e scosse leggermente il capo.
    L'umore, poi, era completamente sotto i piedi. Ancora ricordava le parole di sua madre, Gothel... come poteva essere così cattiva con lei? Perché non l'amava esattamente come suo padre? Perché doveva esser proprio la sua bambina la persona che detestava? Quella che odiava e temeva allo stesso tempo tanto da volerla uccidere? L'aveva minacciata: aveva minacciato di ucciderla e di fare lo stesso con suo padre ed in quell'istante Alice non poteva fare a meno di chiedersi quale madre potesse anche solo pensare una cosa del genere.
    Cos'aveva passato per diventare così? Cosa diavolo le avevano fatto - gli altri - per esser quasi al pari di un mostro?
    Aveva paura a chiederglielo... ne aveva il terrore.

    Tornò a puntare gli occhi su suo padre, condividendo mentalmente il suo stesso ringraziamento rivolto alla Regina e dopo che quest'ultima li lasciò soli, la ragazzina incominciò a torturarsi le mani. Era imbarazzata... senza alcun'ombra di dubbio.
    Avrebbe voluto camminare verso di lui, abbracciarlo e stringerlo forte a sé: le mancava come l'aria e guardarlo da lontano prima o poi non le sarebbe bastato. MA sapeva cosa rischiava.. sapeva che avvicinandosi non avrebbe fatto altro che farlo soffrire e non poteva permetterlo. Doveva stare attenta, doveva frenare i suoi desideri, metter una pietra sopra ed allontanarsi da essi... oltre che da lui.
    Ma allora perchè era ancora lì? Davanti all'unico uomo della sua vita?
    Perché era fragile ed egoista, perché lo amava e l'avrebbe fatto per sempre.
    Papà... chiuse gli occhi per qualche istante e poi sospirò a fondo.
    Ah... era così difficile. Così maledettamente difficile.
    Io... io sto bene, pesciolina. E... tu stai bene? [...]
    No papà, non ce la faccio più se soltanto fosse stata sincera, se soltanto avesse abbracciato la verità, probabilmente sarebbe riuscita a dirgli tutto quel che le passava per la testa... ma non poteva... non poteva farlo soffrire. Non ancora. - Io sto bene, papà. Davvero. incominciò, per poi pensare a sua madre, ai poteri che sembrava averle trasmesso e alla sua creazione, il gigante che l'aveva salvata e liberata dalla torre.
    Se sua madre non era ancora al corrente di ciò che era successo, voleva dire che avevano ancora un piccolo vantaggio da poter giocare, eppure sembrava proprio che quest'ultima vegliasse su di lei da quando aveva abbandonato la sua prigione, perciò?
    Perciò non poteva dirgli la verità... doveva mentirgli.. di nuovo.
    - Mi hanno liberata, padre. Sono riuscita a fuggire con l'aiuto di un amico! beh, dopotutto era anche vero... quasi.
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    Io sto bene, papà. Davvero. Rispose lei, ma il suo tono di voce mi sembrava un po' incerto... sentivo che qualcosa non quadrava, pensava di farla in barba a me, suo padre?
    Ma non indagai, se avesse voluto dirmi qualcosa avrei aspettato che lei fosse pronta.
    Mi hanno liberata, padre. Sono riuscita a fuggire con l'aiuto di un amico! Continuò poi, e non negai che quell'affermazione mi suscitò non poca curiosità.
    « Davvero? In che modo? E chi sarebbe questo amico? » Domandai, a quanto ne sapevo Alice non poteva uscire dalla torre a causa dell'incantesimo di prigionia, forse aveva trovato un modo per contrastare quella magia?
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    Odiava mentire... se c'era qualcosa che lei detestava era proprio questo: non riusciva a comprendere perché mai le persone scegliessero di nascondersi dietro a false affermazioni; pregne di uno strano desiderio o di qualche stupida necessità inspiegabile.
    Aveva conosciuto quella prima imperfezione della società grazie a Drizella, la strega che l'aveva ingannata, dicendole che l'avrebbe aiutata, che l'incantesimo che madre Gothel aveva scagliato su suo padre era ormai stato cancellato, combattuto dalla sua abile magia invisibile... la stessa che successivamente l'aveva introdotta dentro problemi mille volte più grandi di lei.
    Alice era stata raggirata da quest'ultima con profondo entusiasmo, quasi come se fosse normale, come se se lo meritasse.
    Ed adesso? Adesso era costretta a fare la stessa identica cosa anche con Killian, raggirare suo padre affinché credesse alla sua piccola bugia. Ma come poteva dirgli la verità? Come sarebbe riuscita a spiegargli che - invece - quello era l'unico modo per proteggerlo? Per trattenere sua madre ovunque si trovasse?
    Ah se soltanto avesse saputo come ostacolare il collegamento mentale che la legava a quella donna! ...probabilmente avrebbe potuto vivere nella verità e proclamarla... com'era giusto che una ragazza onesta come lei facesse...
    ed invece...
    ...fu comunque molto lieta nel scorgere la decisione del padre: reggerle il gioco, nella speranza di conoscere il suo segreto soltanto non appena lei sarebbe stata pronta... semmai sarebbe stata pronta!

    Davvero? In che modo? E chi sarebbe questo amico? la sua espressione cambiò un'altra volta... Alice non poté fare a meno di sospirare, lasciando che le labbra si aprissero quel tanto che servisse.
    Erano passati soltanto pochi minuti... ed ecco che la biondina fu spinta a mentire un'altra volta... Dio si sentiva uno schifo... ma lo faceva per lui, lo faceva per entrambi: se la magia che l'aveva salvata dalla torre avrebbe potuto cambiare il loro destino, quest'ultima non avrebbe trovato nessun ostacolo davanti a lei... ne in sé stessa, né tanto meno in sua madre, Gothel.
    Suo padre non doveva scoprire come fosse riuscita a liberarsi, perché se soltanto avesse accennato alla magia che aveva scoperto scorrere dentro di sé, Gothel avrebbe fatto di tutto per eliminarla... mettendola a tacere.
    L'espressione mutò un'altra volta in un piccolo sorriso appena accennato.
    - Oh un contadino... è riuscito a scalare la torre grazie ai suoi innumerevoli strumenti... abbiamo trascorso un paio di avventure insieme, l'ho persino aiutato a liberare il suo villaggio da un troll che minacciava la vita degli abitanti ed il loro raccolto. E' un bravo ragazzo. inventò su due piedi, cercando di metter su qualcosa a cui lui potesse credere senza alcun problema... - ...le nostre strade si sono divise ma spero potranno ricongiungersi presto.
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    Oh un contadino... è riuscito a scalare la torre grazie ai suoi innumerevoli strumenti... abbiamo trascorso un paio di avventure insieme, l'ho persino aiutato a liberare il suo villaggio da un troll che minacciava la vita degli abitanti ed il loro raccolto. E' un bravo ragazzo. Raccontò mia figlia, io stetti in silenzio per ascoltare ogni sua parola.
    ...le nostre strade si sono divise ma spero potranno ricongiungersi presto. Concluse.
    « Sono sicuro che vi rincontrerete.. mi piacerebbe conoscerlo » Dissi, sorridendole.
    Mi guardai attorno, non amavo stare fermo a parlare, così proposi ad Alice di camminare un po', in quel modo le avrei mostrato l'accampamento e la foresta.
    « E dopo l'incontro con il contadino hai vagato di foresta in foresta per cercarmi..? » Domandai, iniziando a camminare, con un tono di voce un po' incrinato. E pensare che io m'ero allontanato da lei per proteggerla e di cercare un modo per spezzare questa maledizione... mi sentivo come se stessi scappando, e lei invece mi stesse inseguendo.
    « Alice.. voglio che tu sappia che mi dispiace.. è solo colpa mia se ci ritroviamo in questa situazione.. » Feci un lungo sospiro, poi guardai la ragazza « Spero solo che tu non provi odio o qualche altro sentimento negativo nei miei confronti.. se è così non posso biasimarti, dopotutto io stesso mi odio per quello che ho fatto » Mormorai, tastando nervosamente il mio uncino con l'altra mano ancora intera.
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